Nel Settembre 2018
avevo scritto qualcosa relativamente al “diportista ideale”…Trattavasi di più o
meno ironiche considerazioni sui diversi modi di comportarsi che hanno gli
armatori nei confronti del “fare nautica da diporto”, cioè in definitiva su
come “travestono” e trattano le proprie barche.
Quelle
considerazioni mi sono venute in mente avendo conosciuto molti armatori, ma
soprattutto avendo visitato per benino le loro barche.
Non ho alcuna
intenzione qui, ora, di paragonare una barca all’ altra (come
fanno per benino le
riviste di nautica), né di stabilire graduatorie di prestazioni
o di comodità,
né di distinguere barche plananti da barche a dislocamento, o
barche a vela da
motorsailer…Vorrei solo considerare le barche per quello che gli
armatori vogliono
che esse siano, cioè dal punto di vista umano: questo è
un fattore che
condiziona moltissimo lo stato della barca e di cui dovrà
prestare molta
attenzione chi ne volesse comperare una, perchè tre sono i
soggetti che decretano la validità di una barca o meno: il
progettista che la ìdea, il cantiere che la costruisce, l'
armatore che ne cura l' uso e la manutenzione.
LA BARCA PER LA
FAMIGLIA (più o meno la barca ideale)
E’ forse il sogno
di quasi tutti i diportisti (perlomeno la maggioranza) e cioè la barca da
condividere con moglie e figli.
La sua
caratteristica principale è di aumentare di dimensioni mentre i figli crescono,
fino a scoprire che è diventata troppo grande quando i figli cominciano ad
andarsene dietro agli amici invece che passare le ferie coi genitori.
Ovviamente ciò
avviene passando in una quindicina di anni da una barca all’
altra via via di dimensioni più importanti, quindi la barca
non è più la stessa ma le sue
caratteristiche sì.
La barca per la famiglia è una barca particolarmente
“vissuta”.
Essa deve avere un
bel frigo e tanti gavoni, armadi e stipetti pieni di cose molto varie perché
riflettono il carattere di ogni componente del nucleo familiare, comunque
assolutamente inutili per la navigazione…Si va dai giocattoli, alle bocce, a
svariati costumi da bagno e copricostume, a moltissime paia di ciabatte,
sandali e scarpe, a zainetti multicolori e borse da spiaggia, a occhiali e
telefonini, carica batterie per telefonini, talvolta anche a orsacchiotti di
peluche e cuscini rigorosamente personali.
E’ una barca che
non è mai in ordine, ma non è mai nemmeno in disordine, perché il concetto di
ordine e disordine è diverso per ciascuna persona imbarcata e ciascuna ritiene
a diritto che il suo concetto sia quello giusto.
E’ una barca dove
il tavolo di carteggio contiene svariati “ricordi” di viaggi precedenti, come
conchiglie, sassolini, alghette secche e che in fondo a qualche gavone ha anche
un paio di pinne e una maschera incartapecorite e di taglia molto piccola,
ormai inutilizzabili.
Tutto sommato è una
bella barca, perché ha navigato e naviga…infatti non puzza.
Anche il motore è
stato manutentato regolarmente, così come l’ impianto del (o dei) WC e quello della
cucina…
Le dotazioni di
sicurezza ci sono tutte ed anche in ordine, così come i documenti di bordo che
sono “a posto”.
Insomma è la barca
ideale per essere comperata perché in genere si tratta di “un buon usato”.
Infatti se una
barca naviga è in ordine e, una volta svuotata dagli effetti personali e
dimenticate le storie e gli episodi di navigazione che l’ attuale proprietario
e la moglie vi hanno snocciolato davanti ad un tavolino del bar del marina, può
essere un buon acquisto.
LA BARCA PER
PROPRIA SODDISFAZIONE (quella cioè che è una parte di se stessi)
Qui l’ argomento si
fa un po’ più scabroso o, se vogliamo, più personale, perché la personale
soddisfazione è indubbiamente un fattore soggettivo.
C’è chi si compra
la barca per andare a pescare, chi per fare le regate, chi per fare il bagno al
largo, ma sempre per personale soddisfazione; quindi le condizioni di quella
barca potrebbero essere le più varie…
Per esempio colui
che trova soddisfazione nell’ andare a pescare ha bisogno di un buon motore, di
un ottimo ecoscandaglio, di pochissime carte nautiche, di nessuna pulizia nelle
cuccette e tantomeno in sentina e di un buon frigo. Stop.
Frega nulla se
il WC non funziona, se le cuscinerie
hanno la muffa, se le manovre correnti sono a pezzi.
Così chi fa le
regate avrà sì una barca piena di vele e con le manovre in efficienza, ma
potrebbe anche avere lo scarico del lavello intasato e probabilmente non avere
nemmeno il WC perché “è tutto peso in più da portare a spasso”.
A colui che invece
usa la barca per fare il bagno al largo interessa solo che il motore parta,
quindi tutto il resto può esserci ma è come se non esistesse.
Queste categorie di
armatori mantengono quindi la propria barca con una visione molto limitata
delle potenzialità che essa potrebbe esprimere.
La barca, se
iscritta, sarà assai probabilmente intestata a chi ve la vende, che però farà
un sacco di storie per venderla in quanto dovrà “privarsi di una parte di se’”.
Sarà una dura lotta
(così vi dirà lui) tra il dover venderla e il non volere venderla, ma ciò si
dimostrerà invece un bluff clamoroso.
IL PIED À TERRE (l’ alcova)
Qui ci troviamo di
fronte a un altro pianeta: questa barca è un misto di immagine e comfort.
Può anche essere
adatta alla navigazione, ma raramente; anzi proprio non è detto che lo sia. I
suoi punti forti sono: l’ impianto stereo, quello di riscaldamento e il bar.
Talvolta anche qualche murata foderata di specchi.
La carena è
perennemente sporca e può avere anche l’ osmosi. La strumentazione elettronica spesso non
funziona.
La parte meccanica
(motore, fascette, tubi) è sempre sull’ orlo del collasso. In compenso la
dispensa si chiama bar ed è sempre ben fornita di patatine fritte, arachidi,
tortillas, Campari, Prosecco, Aperol, Whisky, Cognac, Bellini già pronto e
Sambuca.
La barca è
riconoscibilissima perché puzza: è un odore particolare, non piacevole, dato
dalla combinazione di: gasolio, olio misto a liquido refrigerante e acqua
salata in sentina, acqua dolce marcita nel WC, residui di cibo inoltratisi
sotto la pattumiera e lì dimenticati, saponetta al Lime dei Caraibi usata una
volta e poi lasciata seccare in toilette.
Questa puzza ha
intriso ornai tutto in barca e solo con una opera titanica di pazienza può
essere eliminata, ma con un tempo di almeno un anno.
Il pagliolato (o la
moquette) è cosparso di capelli lunghi.
In un angolo è
presente un disperato “Arbre Magique” che da anni non ha più voce in capitolo.
L’ attuale armatore
vi dirà senz’ altro che la vende perché ne ha già vista una più grande che fa
al caso suo…
Le dotazioni di
sicurezza sono senz’ altro scadute e carenti e la barca, se iscritta, può
essere intestata alla moglie dell’ armatore, cioè alla vera e propria
armatrice che in genere sarà ben contenta di venderla a meno che non voglia
fare un dispetto al marito: in questo caso farete bene a prestare attenzione
prima di firmare una qualsiasi promessa reciproca di compravendita
(preliminare): esigete di poter contattare personalmente il (o la) proprietario
(a).
LA BARCA PER GLI
AFFARI (la business-boat)
E’ simile al pied à
terre e talvolta ne fa le veci. La differenza sostanziale è che non puzza o, al
limite, puzza solo di gasolio.
La caratteristica
principale è che il motore è come se non ci fosse (in taluni rari casi proprio
non c’è), pertanto tutto quello che vi “satellita” intorno come strumentazione
motore, strumentazione navigazione, luci di navigazione, invertitore (o
invertitori), elica (o eliche), zinchi, tubi, serbatoi, raccordi, fascette,
verricello sono da buttare o da revisionare.
Vi troverete anche
qui un ottimo bar, una illuminazione di effetto di prim’ ordine, moquette che
non lascia respirare le sentine un po’ dappertutto e più WC possibili, tenuti
puliti occasionalmente da una addetta alle pulizie chiamata con Vaucer alla
bisogna.
E’ una barca dotata
di un buon ormeggio…anzi le cime di ormeggio costituiranno un esempio sia come
diametro che come manutenzione.
Quasi sicuramente,
se iscritta al RID, avrà il certificato di sicurezza scaduto.
Ovviamente le
dotazioni di sicurezza non saranno presenti o, se lo sono, saranno scadute,
ammuffite e relegate in fondo a qualche gavone.
Una volta fui
chiamato da un tizio per periziare un vecchio motoscafo lungo una ventina di
metri: le condizioni erano così così, ma la sala macchine era un vero e proprio
disastro: mi sporcai all’ inverosimile solo per dare un’ occhiata alle varie
parti meccaniche e idrauliche dei motori, mentre il mio cliente non volle
nemmeno entrarvi. Alla fine gli dissi il mio parere, al che rispose: “Ah, ma
dei motori non mi interessa: la farò prendere a rimorchio fino alla foce del
Danubio… a noi serve solo per combinare affari!”
Quasi sicuramente essa
sarà intestata non ad una persona fisica ma ad una società, pertanto non è
detto che il passaggio di proprietà sia così immediato, anzi !
Può capitare che
sia molto laborioso coinvolgendo anche Paesi e normative estere, magari con
ragguagli o conguagli sul pagamento dell’ IVA. Prestare attenzione!
LA BARCA
LABORATORIO (ovvero la contraddizione)
Questo è il caso
più pietoso di tutti.
Il suo armatore non
è giovane, anzi: la barca è in vendita probabilmente perché l’ armatore è
morto, oppure perché non è più in grado di lavorarci sopra.
Al suo interno
troverete cose incredibili, talvolta anche valide, ma nessuna delle quali sarà
in quel momento funzionante: intendo dire che se anche lo fosse (ricordando che
gli organi e accessori di bordo sono collegati tra loro e dipendono gli uni
dagli altri) avrà “a monte” qualche altra cosa che ne bloccherà il
funzionamento perché sarà oggetto di sperimentazione o manutenzione.
Per esempio il WC
sarebbe in grado di funzionare, ma mancherà l’ impugnature dello stantuffo
della pompa, oppure questo ci sarà ma la valvola di espulsione sarà bloccata.
La caratteristica
psicologica dell’ armatore della barca-laboratorio è che non riesce a fare una
lista di priorità: è incapace di definire quali siano gli organi essenziali per
navigare o abitarci, pertanto fa manutenzioni o sperimentazioni a caso: per
esempio tutta la strumentazione è a posto, il motore parte regolarmente, ma la
timoneria ha i frenelli staccati. Quindi la barca non può navigare. Ma in quel
momento lui si sta occupando della pulizia dei serbatoi dell’ acqua e sta
provando un nuovo prodotto anti calcare.
Recentemente ho
periziato una barca di un armatore che sosteneva orgogliosamente che la barca
l’ adoperava lui, ma che in realtà era una barca ove lui faceva delle prove sui
materiali e che pertanto tutte le spese inerenti il suo mantenimento ricadevano
sulla società di cui lui era il presidente….Ma la schifezza reale, più che
fiscale, era che si trattava non di una barca, ma di un vero e proprio rudere
pessimamente mantenuto.
Le dotazioni di
sicurezza non ci sono perché sono state tutte sbarcate (i gavoni devono essere
vuoti per potere manutentare e sperimentare); in compenso i documenti sono in
ordine (magari non sono a bordo ma l’ armatore li tiene a casa) perché la barca
deve poter navigare per vedere se questo e quello funzionano!
Concludendo, io non
posso sapere quale tipo di barca troverà sulla sua strada il lettore alla
ricerca di una barca usata.
Probabilmente si
troverà ad aver a che fare con una barca appartenente a una sola categoria o a
un misto delle categorie che ho elencato.
Credo tuttavia che
l’ averne individuato la categoria di appartenenza possa essere di qualche
aiuto sia nella trattativa che nl tenere conto degli imprevisti e quindi dei
lavori da effettuarsi.
Quel che è certo è
che la barca usata migliore è quella che naviga molto; purtroppo se è in
vendita in genere è di quelle che non navigano da un pezzo.
Infatti Siddharta, la mia barca, non è ancora in vendita...