UN MONDO BASATO SUI PARERI
Nel Medioevo, quel periodo della storia
del nostro bel Pese considerato particolarmente “buio” e che - come è noto - va
circa dalla fine dell’ Impero Romano al Rinascimento, non c’era la televisione,
né la stampa.
Si scriveva, certo, ma le persone in grado
di leggere erano talmente poche da considerare il fatto trascurabile.
L’unica possibilità che avevano le
persone, cioè la maggioranza delle persone, era di andare in chiesa a Messa ed
ascoltare il sermone osservando gli affreschi che ornavano altari e absidi.
Il sermone insieme alle immagini
costituivano il “notiziario” dell’ epoca.
Ovviamente non poteva trattarsi altro che
di una visione parziale e del tutto personale che il prete dava in quel
momento; parziale perché a sua volta quel prete aveva pochissime fonti di
informazione; personale perché interpretata a suo estro e umore.
Anche le immagini, cioè quegli affreschi
che oggi noi tanto ammiriamo, trattavano perlopiù di immagini delle vite dei
Santi, del martirio di Gesù, o del Giudizio Universale (spesso anche con
macabri effetti).
Periodo buio, si diceva.
Oggi invece è diverso: i notiziari vengono
raccolti nelle pagine di più giornali e trasmessi attraverso più televisioni
quindi assicurando una informazione molto più varia e completa (sempreché si
abbia l’ accortezza di leggerli e ascoltarli TUTTI e sempreché TUTTI siano
liberi di scrivere e trasmettere ciò che pensano).
Certo è che se su sei televisioni tre
vengono pagate da Tizio e tre da Caio, non sono più libere di trasmettere ciò
che pensano.
E se poi al governo ci fosse chi è d’
accordo con Caio e oscurasse le trasmissioni di Tizio, ecco che il Medioevo
sarebbe pienamente attuale.
Si tornerebbe inevitabilmente alle
immagini degli affreschi e al sermone del prete.
So di aver detto cose risapute, ma la
pessima novità (e scusate se torno ancora su questo punto) è che è
completamente scomparsa l’ oggettività dei dati. Nel Medioevo i dati non esistevano, certo, ma
dopo sì…
Oggi nessuno, ma proprio nessuno, né
Tizio, né Caio, (né il prete) danno più le garanzie sui dati che citano e ciò sta
accadendo a causa di un paradosso proprio degli anni che stiamo vivendo: stiamo
raccogliendo dati con strumenti di misura inefficienti.
Uno strumento di misura inefficiente è
quello che dà un errore paragonabile con la grandezza che sta misurando.
Esempio: misuro la lunghezza della barca
in metri con una cordella metrica che è in grado di leggere il millimetro….Ottimo!
A meno di errori che posso fare io perché
ho le mani che tremano o non ci vedo bene, potrò dire che la barca è lunga 9
metri, 32 centimetri e anche 4 millimetri; l’ errore è dell’ ordine dello 0.1%.
Ma se misuro il diametro di un bulloncino
con quella stessa cordella metrica potrò dire che sta tra i 3 e i 4 mm, non di
più; l’ errore è dell’ ordine del 25%.
Occorrerebbe insomma nel caso del
bulloncino adottare un altro strumento, che offra un grado di approssimazione
molto più piccolo.
Qualcuno dirà: “ma questo è ovvio!”
Certo, ma se è così ovvio perché ci
ostiniamo a sparare dati di contagiati e di morti raccogliendoli col tampone
rapido che dà un errore del 40% (o forse, pare, non si è sicuri, che sia anche
del 70%)?
Non sono dati raccolti con strumenti di
misura altamente inefficienti?
Quanti effettivamente sono i contagiati?
Quanti effettivamente sono i morti dovuti
a quel contagio?
Quanti sono in grado di contagiare?
Quanti sono in grado di essere a loro
volta contagiati?
E non è che ci sono stati tanti morti solo
perché essi sono stati censiti senza distinguere la patologia determinante da
quelle che invece hanno solo creato complicazioni?
Dato che in funzione di questi dati
vengono prese le decisioni di poter lavorare o meno, di poter circolare o meno,
di poter vivere o meno, di poter prendere il treno o meno, di poter andare a
scuola o meno, addirittura di poter essere sanzionati o meno (anche se si è
perfettamente sani e quindi non si è commesso alcun reato) mi pare chiaro che l’
informazione ci sta trattando molto peggio che nel Medioevo !
E’ come dire: se volete che vi siano
rimessi i peccati partite per le Crociate e combattete per liberare il Santo
Sepolcro….e dopo un po’ dire: ah, non occorre più: se volete che vi siano
rimessi i peccati basta che veniate a Roma in pellegrinaggio e che versiate un
obolo a S. Pietro. (*)
…Curioso di come questa rincorsa al danaro
basata sulla propaganda della paura funzioni in ogni epoca, vuoi coi peccati,
vuoi coi sieri sperimentali.
Ma, ora che ho fatto questa premessa sui dati e sulla loro scarsissima affidabilità, torniamo alla nautica.
Una barca è fatta di tante parti e
ciascuna spesso è fatta di tanti materiali; come fare a sapere quale è il
prodotto più valido?
Come fare a sapere quale è lo scafo, o il
motore, o la pompa, o la vela, o l’invertitore che sono più validi?
Si chiede al meccanico?
Si chiede al vicino di barca?
Si leggono le riviste?
Si consultano i blog?
In tutti questi casi si tratterebbe sempre
e soltanto di pareri.
Forse bisognerebbe che qualcuno iniziasse
a raccogliere i dati, dotandosi anche di uno strumento affidabile.
Pe esempio io posso affermare che i motori
marini Volvo Penta di media e piccola taglia hanno i fasci tubieri degli
scambiatori di sezione troppo stretta e che quindi si intasano facilmente.
Ma se non definisco in quanti casi
succede, in quale misura e in quali condizioni di scarsa o buona manutenzione
ciò avviene, esprimo una opinione personale e non un fatto.
Quindi come fare a raccogliere dati, con
che strumento farlo, dove farlo, come farlo e come renderlo noto è materia tutta
da proporre e decidere, ma se mai non si comincia…
Un altro esempio: quarant’ anni fa
frequentavo l’ università a Padova.
Per riuscire a dimensionare argini, reti
fognarie, traverse fluviali, sezioni canalizzate, canali di bonifica, dighe,
occorreva (e occorre) sapere quanto piove.
All’epoca esistevano delle reti di
rilevamento limitate su parte del territorio che erano a lettura manuale i cui
dati disponibili partivano da trent’ anni prima. Oggi, con l’ avvento dell’
ARPA, le regioni si sono dotate di stazioni climatologiche collegate via radio
e si dispongono di dati oggettivi che
partono quindi da ben settant’ anni fa.
Bene !
Tutto si può fare quindi per avere dati
oggettivi, basta volerlo.
Sennò continueremo a prendere decisioni
basate sui “pareri”.
Non sapremo mai se la trombosi (o un
infarto miocardico fatale sempre più frequente anche in individui sportivi
vaccinati di giovane età) di un sessantenne portato di urgenza e deceduto in
terapia intensiva sia stata provocata da una dose di vaccino o no fintantoché
non l’ avremo censita e catalogata. Allo scopo vi invito a dare una istruttiva
occhiata al seguente link, dove l’ American Harth Association deuncia l’ enorme
incremento di rischio per sindromi coronariche dopo la seconda “vaccinazione”
con MRNA-Covid.
Non sapremo mai quale marca di motori
marini monti collettori di scarico fatti di materiale scadente che si fora dopo
9 anni fintantoché non l’ avremo censita e catalogata.
Sennò è come chiacchierare all’ osteria
dell’ arbitraggio di una partita di calcio: questo è meglio di quello…
mio cognato dice che…
un mio amico mi ha detto…
Sennò è come mandare a casa una classe di
bambini (mascherati e distanziati) perché un loro compagno ha partecipato due
giorni prima ad una festa di compleanno nella quale la mamma del festeggiato ha
scoperto il giorno dopo di avere un esito positivo al tampone con un errore del
70% per imporre una precauzione su una malattia che ancora non si è sicuri se
comporti una mortalità dello 0.25% o dello 0.006%.
Ma che razza di “tempi moderni” stiamo
vivendo ?
E poi diciamo che siamo stati sulla Luna !
E poi ci riempiamo di fibre aramidiche
dappertutto !
Come possiamo ancora “credere” a una
qualsiasi notizia che ci viene raccontata ?
Io non riesco più a dare credito a
qualsiasi dato i media mi propinino, e questo è un gran male, nonostante le
sigle dei vari enti preposti a tali controlli si sprechino.
Non riesco nemmeno a dare più credito agli
enti internazionali che a quelli nazionali, e questo è un male ancora più
dilatato.
“Cui prodest”, cioè a chi giova tale
dilagamento di sfiducia in tutto ?
Come faccio ad essere sicuro che l’
etichetta “Bio” sulla confezione della coscia di pollo abbia veramente un
significato di allevamento biologico, se non dopo averlo mangiato e rimanere
incolume ?
Come faccio ad essere sicuro che la cima
che mi è stata venduta per un carico di rottura di 350 Kg lo sia davvero, se non
dopo averla provata fino a che non si sia rotta ?
Insomma tutto ciò per dire che con i
“pareri” non si va da nessuna parte; i pareri sono buoni solo a perder tempo e
a far perder tempo nei salotti giornalistici televisivi.
Le decisioni e le scelte è doveroso farle,
ma devono essere basate sui dati e non sui pareri.
E i dati non devono a loro volta essere
dei pareri con la mascherina, cioè mascherati, per supportare tesi politiche
tendenti solo a fare cassa.
Ricordo di aver scritto un articolo, era
l’ agosto del 2009, in cui molto sommariamente sostenevo che il miglior indice
per sapere se una barca era una buona barca consisteva nel vedere quanto
reggeva la sua quotazione sul mercato dell’ usato.
Se dopo 20 o 30 anni quel 12 metri
paragonato ad altri 12 metri manteneva un quotazione superiore, ciò era segno
di bontà di progetto e bontà di costruzione.
Ecco, sommario, parziale, poco affidabile,
ma questo era già un tentativo di raccogliere dei dati.
“Prevenire è meglio che curare” si dice da
anni: prevenire significa studiare raccogliendo dati per poi essere in grado di
proporre un metodo per poter evitare un guaio…
Bada ben che ho scritto “proporre” non
“obbligare”, sennò non si tratta più di prevenzione, ma di imposizione.
E se diventa imposizione, allora resta più
che mai valido il sospetto del “Cui prodest”… cioè “chi ci guadagna”?
(*) Fatti storici del Papato realmente
accaduti.