ARTICOLI E CHIACCHIERE COSE TRA NOI
MARZO 2022

UN MONDO BASATO SUI PARERI

Nel Medioevo, quel periodo della storia del nostro bel Pese considerato particolarmente “buio” e che - come è noto - va circa dalla fine dell’ Impero Romano al Rinascimento, non c’era la televisione, né la stampa.
Si scriveva, certo, ma le persone in grado di leggere erano talmente poche da considerare il fatto trascurabile.
L’unica possibilità che avevano le persone, cioè la maggioranza delle persone, era di andare in chiesa a Messa ed ascoltare il sermone osservando gli affreschi che ornavano altari e absidi.
Il sermone insieme alle immagini costituivano il “notiziario” dell’ epoca.
Ovviamente non poteva trattarsi altro che di una visione parziale e del tutto personale che il prete dava in quel momento; parziale perché a sua volta quel prete aveva pochissime fonti di informazione; personale perché interpretata a suo estro e umore.
Anche le immagini, cioè quegli affreschi che oggi noi tanto ammiriamo, trattavano perlopiù di immagini delle vite dei Santi, del martirio di Gesù, o del Giudizio Universale (spesso anche con macabri effetti).

Periodo buio, si diceva.
Oggi invece è diverso: i notiziari vengono raccolti nelle pagine di più giornali e trasmessi attraverso più televisioni quindi assicurando una informazione molto più varia e completa (sempreché si abbia l’ accortezza di leggerli e ascoltarli TUTTI e sempreché TUTTI siano liberi di scrivere e trasmettere ciò che pensano).
Certo è che se su sei televisioni tre vengono pagate da Tizio e tre da Caio, non sono più libere di trasmettere ciò che pensano.
E se poi al governo ci fosse chi è d’ accordo con Caio e oscurasse le trasmissioni di Tizio, ecco che il Medioevo sarebbe pienamente attuale.
Si tornerebbe inevitabilmente alle immagini degli affreschi e al sermone del prete.

So di aver detto cose risapute, ma la pessima novità (e scusate se torno ancora su questo punto) è che è completamente scomparsa l’ oggettività dei dati.  Nel Medioevo i dati non esistevano, certo, ma dopo sì…
Oggi nessuno, ma proprio nessuno, né Tizio, né Caio, (né il prete) danno più le garanzie sui dati che citano e ciò sta accadendo a causa di un paradosso proprio degli anni che stiamo vivendo: stiamo raccogliendo dati con strumenti di misura inefficienti.

Uno strumento di misura inefficiente è quello che dà un errore paragonabile con la grandezza che sta misurando.
Esempio: misuro la lunghezza della barca in metri con una cordella metrica che è in grado di leggere il millimetro….Ottimo!
A meno di errori che posso fare io perché ho le mani che tremano o non ci vedo bene, potrò dire che la barca è lunga 9 metri, 32 centimetri e anche 4 millimetri; l’ errore è dell’ ordine dello 0.1%.
Ma se misuro il diametro di un bulloncino con quella stessa cordella metrica potrò dire che sta tra i 3 e i 4 mm, non di più; l’ errore è dell’ ordine del 25%.
Occorrerebbe insomma nel caso del bulloncino adottare un altro strumento, che offra un grado di approssimazione molto più piccolo.
Qualcuno dirà: “ma questo è ovvio!”

Certo, ma se è così ovvio perché ci ostiniamo a sparare dati di contagiati e di morti raccogliendoli col tampone rapido che dà un errore del 40% (o forse, pare, non si è sicuri, che sia anche del 70%)?
Non sono dati raccolti con strumenti di misura altamente inefficienti?
Quanti effettivamente sono i contagiati?
Quanti effettivamente sono i morti dovuti a quel contagio?
Quanti sono in grado di contagiare?
Quanti sono in grado di essere a loro volta contagiati?
E non è che ci sono stati tanti morti solo perché essi sono stati censiti senza distinguere la patologia determinante da quelle che invece hanno solo creato complicazioni?

Dato che in funzione di questi dati vengono prese le decisioni di poter lavorare o meno, di poter circolare o meno, di poter vivere o meno, di poter prendere il treno o meno, di poter andare a scuola o meno, addirittura di poter essere sanzionati o meno (anche se si è perfettamente sani e quindi non si è commesso alcun reato) mi pare chiaro che l’ informazione ci sta trattando molto peggio che nel Medioevo !
E’ come dire: se volete che vi siano rimessi i peccati partite per le Crociate e combattete per liberare il Santo Sepolcro….e dopo un po’ dire: ah, non occorre più: se volete che vi siano rimessi i peccati basta che veniate a Roma in pellegrinaggio e che versiate un obolo a S. Pietro. (*)
…Curioso di come questa rincorsa al danaro basata sulla propaganda della paura funzioni in ogni epoca, vuoi coi peccati, vuoi coi sieri sperimentali.

Ma, ora che ho fatto questa premessa sui dati e sulla loro scarsissima affidabilità, torniamo alla nautica.

Una barca è fatta di tante parti e ciascuna spesso è fatta di tanti materiali; come fare a sapere quale è il prodotto più valido?
Come fare a sapere quale è lo scafo, o il motore, o la pompa, o la vela, o l’invertitore che sono più validi?
Si chiede al meccanico?
Si chiede al vicino di barca?
Si leggono le riviste?
Si consultano i blog?
In tutti questi casi si tratterebbe sempre e soltanto di pareri.
Forse bisognerebbe che qualcuno iniziasse a raccogliere i dati, dotandosi anche di uno strumento affidabile.
Pe esempio io posso affermare che i motori marini Volvo Penta di media e piccola taglia hanno i fasci tubieri degli scambiatori di sezione troppo stretta e che quindi si intasano facilmente.
Ma se non definisco in quanti casi succede, in quale misura e in quali condizioni di scarsa o buona manutenzione ciò avviene, esprimo una opinione personale e non un fatto.

 

 

Quindi come fare a raccogliere dati, con che strumento farlo, dove farlo, come farlo e come renderlo noto è materia tutta da proporre e decidere, ma se mai non si comincia…
Un altro esempio: quarant’ anni fa frequentavo l’ università a Padova.
Per riuscire a dimensionare argini, reti fognarie, traverse fluviali, sezioni  canalizzate, canali di bonifica, dighe, occorreva (e occorre) sapere quanto piove.
All’epoca esistevano delle reti di rilevamento limitate su parte del territorio che erano a lettura manuale i cui dati disponibili partivano da trent’ anni prima. Oggi, con l’ avvento dell’ ARPA, le regioni si sono dotate di stazioni climatologiche collegate via radio e si dispongono di dati oggettivi che  partono quindi da ben settant’ anni fa.  Bene !
Tutto si può fare quindi per avere dati oggettivi, basta volerlo.
Sennò continueremo a prendere decisioni basate sui “pareri”.

Non sapremo mai se la trombosi (o un infarto miocardico fatale sempre più frequente anche in individui sportivi vaccinati di giovane età) di un sessantenne portato di urgenza e deceduto in terapia intensiva sia stata provocata da una dose di vaccino o no fintantoché non l’ avremo censita e catalogata. Allo scopo vi invito a dare una istruttiva occhiata al seguente link, dove l’ American Harth Association deuncia l’ enorme incremento di rischio per sindromi coronariche dopo la seconda “vaccinazione” con MRNA-Covid.

A.H.A.

Non sapremo mai quale marca di motori marini monti collettori di scarico fatti di materiale scadente che si fora dopo 9 anni fintantoché non l’ avremo censita e catalogata.
Sennò è come chiacchierare all’ osteria dell’ arbitraggio di una partita di calcio: questo è meglio di quello…
mio cognato dice che…
un mio amico mi ha detto…

   

Sennò è come mandare a casa una classe di bambini (mascherati e distanziati) perché un loro compagno ha partecipato due giorni prima ad una festa di compleanno nella quale la mamma del festeggiato ha scoperto il giorno dopo di avere un esito positivo al tampone con un errore del 70% per imporre una precauzione su una malattia che ancora non si è sicuri se comporti una mortalità dello 0.25% o dello 0.006%.
Ma che razza di “tempi moderni” stiamo vivendo ?
E poi diciamo che siamo stati sulla Luna !
E poi ci riempiamo di fibre aramidiche dappertutto !
Come possiamo ancora “credere” a una qualsiasi notizia che ci viene raccontata ?
Io non riesco più a dare credito a qualsiasi dato i media mi propinino, e questo è un gran male, nonostante le sigle dei vari enti preposti a tali controlli si sprechino.
Non riesco nemmeno a dare più credito agli enti internazionali che a quelli nazionali, e questo è un male ancora più dilatato.
“Cui prodest”, cioè a chi giova tale dilagamento di sfiducia in tutto ?
Come faccio ad essere sicuro che l’ etichetta “Bio” sulla confezione della coscia di pollo abbia veramente un significato di allevamento biologico, se non dopo averlo mangiato e rimanere incolume ?
Come faccio ad essere sicuro che la cima che mi è stata venduta per un carico di rottura di 350 Kg lo sia davvero, se non dopo averla provata fino a che non si sia rotta ?
Insomma tutto ciò per dire che con i “pareri” non si va da nessuna parte; i pareri sono buoni solo a perder tempo e a far perder tempo nei salotti giornalistici televisivi.
Le decisioni e le scelte è doveroso farle, ma devono essere basate sui dati e non sui pareri.
E i dati non devono a loro volta essere dei pareri con la mascherina, cioè mascherati, per supportare tesi politiche tendenti solo a fare cassa.
Ricordo di aver scritto un articolo, era l’ agosto del 2009, in cui molto sommariamente sostenevo che il miglior indice per sapere se una barca era una buona barca consisteva nel vedere quanto reggeva la sua quotazione sul mercato dell’ usato.
Se dopo 20 o 30 anni quel 12 metri paragonato ad altri 12 metri manteneva un quotazione superiore, ciò era segno di bontà di progetto e bontà di costruzione.
Ecco, sommario, parziale, poco affidabile, ma questo era già un tentativo di raccogliere dei dati.
“Prevenire è meglio che curare” si dice da anni: prevenire significa studiare raccogliendo dati per poi essere in grado di proporre un metodo per poter evitare un guaio…
Bada ben che ho scritto “proporre” non “obbligare”, sennò non si tratta più di prevenzione, ma di imposizione.
E se diventa imposizione, allora resta più che mai valido il sospetto del “Cui prodest”… cioè “chi ci guadagna”?
 

(*) Fatti storici del Papato realmente accaduti.

 
   


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