A
Pag c’ ero stato già qualche anno fa con la famiglia. Fu una toccata e
fuga che ci lasciò il ricordo bellissimo di una sveglia all’ alba con il
cicaleccio di una famigliola di rondini posate sulla draglia (vedi articolo del
Novembre 2010).
Ci
sono tornato poi nel 2015, standoci per quasi una settimana con gli amici, ed è
stata una rivelazione.
Pag
infatti ha due facce che sono due mondi completamente diversi: i suoi due
versanti.
Nessun’
altra isola al di fuori di Pag è dotata di due versanti così antitetici sia dal
punto di vista ambientale che nautico.
Se
volete visitare in barca l’ isola di Pag fatelo ovviamente lungo
la costa
occidentale, altrimenti è più o meno un suicidio per le
ragioni di cui dirò oltre e che comunque sono facilmente
intuibili.
Anche lungo la costa occidentale
comunque avete poche possibilità per ormeggiarvi con una certa sicurezza: tolto
il porticciolo di Jakisnica dove è stato realizzato un bel molo, avete a
disposizione solo il marina ACI di Simuni.
Tutti
gli altri approdi per barche che peschino più di 1 metro e mezzo sono
costituiti da baie ridossate solo da bora ma molto aperte verso gli altri
quadranti, compreso tutto il porto di Novalija.
Solo
barche con pescaggio inferiore possono trovare riparo a ridosso di moli e
moletti sparsi per i centri della costa occidentale, come Tavernele, Potosnica,
Mandre, Novaljia, Kosljun….
Quindi,
se avete una barca che pesca più di 1 metro e mezzo e volete visitare l’ isola,
vi consiglio di ormeggiare a Simuni e di noleggiare un’ auto oppure di dotarvi
una bicicletta e di tanta voglia di pedalare, anche in salita.
Standovene
in barca a Simuni vedreste troppo poco e invece, da vedere, c’è molto.
L’
isola infatti merita una visita piuttosto accurata perché il paesaggio intorno
ai paesini è molto selvaggio e la pastorizia, presente come attività dominante,
ha caratterizzato fortemente la cultura e la cucina in tutta l’ isola.
Difficilmente
troverete un tratto di strada piano, come difficilmente vi annoierete dato che
troverete sempre panorami diversi e affacci improvvisi sul mare e sulla vicina
(a volte anche troppo) catena montuosa del Velebit.
Così
come veramente fantastica (e l’ aggettivo non è per nulla esagerato) è la
foresta di olivi millenari intorno a Lun, all’ estremo NW dell’ isola, la quale
da sola meriterebbe sia un articolo su queste pagine che un viaggio da parte
vostra.
La
propaggine nord-occidentale dell’ isola gode infatti di un clima
particolarmente mite e al riparo dalle fredde correnti continentali. Là hanno
attecchito centinaia di olivi secolari e millenari dai tronchi così contorti e
sagomati da risultare delle vere e proprie sculture naturali.
Passeggiare
per i tratturi della foresta è piacevolissimo; ad ogni curva ci si imbatte in
una scultura naturale diversa, come se si stesse visitando un museo di arte tra
il neoclassico e il moderno.
Tronchi
lavorati come un alveare di api, tronchi dalle natiche prosperose,
tronchi attorcigliati su se stessi come un tornado, la fantasia della
natura si è sbizzarita su questi alberi come in pochi altri
posti ha fatto.
Altra
cosa da non perdere poi è il museo del sale a Pag, capoluogo dell’ isola e sede
delle saline più importanti della Croazia.
Il
problema per quasi tutta l’ isola (e curiosamente soprattutto lungo la sua parte
centrale che è più larga) è rappresentato dalla vicinanza della catena del
Velebit dove, quando il meteo è caratterizzato da correnti settentrionali, la
bora la fa da padrona con violenza notte e giorno.
…Ma
la fa da padrona proprio con violenza e proprio notte e giorno.
Per
questo navigare lungo la costa orientale è più o meno un suicidio.
Per
questo i due versanti di Pag, quello affacciato a NE e quello affacciato a SW
sono nettamente diversi: come a NE poco ci manca di incontrare i veicoli lunari
lasciati dagli astronauti nelle missioni Apollo (vedi foto sotto), così a SW ci si sente immersi
in un paesaggio bucolico e pieno di profumi di erbe selvatiche.
Infatti
sarà difficile non incontrare numerosi greggi di pecore più o meno mimetizzate tra i
sassi grigi e i magri pascoli delle vallate dell’ isola.
Molto
più difficile però sarà mollare gli ormeggi dal marina ACI di Simuni con la bora che
fischia…e, alla faccia di coloro che dicono che il marina è un posto dove si
soffre il caldo, sarà bene abbiate con voi anche un pile o un buon maglione di
lana.
Comunque
a Simuni vale la pena di andarci, soprattutto per mangiare nella Konoba di
Didova Cuča dove non troverete le solite specialità dalmate ma dei piatti
veramente inaspettati, buoni e a prezzi onesti.
Troverete
una frammistione di sapori di mare e di bosco che va ben oltre i soliti piatti
di calamari alla griglia e biete con le patate e l’ aglio di cui tutta l' Istria e la Dalmazia è invasa.
Oltre a ciò, poche miglia a SW da Simuni, potrete fare il
bagno sulla spiaggia Slatina, propaggine meridionale di Olib...Sono dell' avviso che ne valga
decisamente la pena !
Se
comunque prevarrà in voi lo spirito avventuroso e vorrete ad ogni costo visitare
l’ isola di Pag navigando lungo la sua costa orientale (Velebitskj Kanal), fate
pure.
Sono
assolutamente certo che troverete pochissimo traffico diportistico e diversi
posti liberi ai gavitelli e ai moli anche in piena stagione estiva, ma tenete
presente che io certo non ve l’ ho consigliato...
Anzi, consiglio per consiglio, mi permetto di concludere questa
pagina dedicata a Pag con una cavolata (sperando che vi faccia
almeno sorridere un po')....Con gli amici froceristi ogni tanto ci
lasciamo andare a simili facezie, tanto per distrarci e non pensare ai
drammi che ogni giorno si vivono a questo mondo.