Oggi vorrei fare un po’ di aritmetica...
Sì lo so che, visto il titolo, i lettori più "tecnologici" pensaranno
subito al complesso di strutture metalliche più o meno annegate
al guscio nella zona delle barche a vela dove sono fissati deriva e il
bulbo (che fa proprio pensare alle zampe di un ragno) ma non è questo
che intendo.
Oggi intendo proprio parlare di un ragno (inteso come aracnide) in sentina (intesa come sua residenza).
Quindi comincerò dall' artitmetica.
1+1=3
1+1=2
1+1=1
1+1=0
1+1=cane
A parte una operazione, le altre sono ovviamente
tutte sbagliate….
Mentre a sinistra dell’ uguale c’è sempre
la stessa quantità, a destra i risultati sono sempre inferiori; alla fine un
cane è un cane e non un numero.
Ma se invece di ragionare con l’
aritmetica si ragiona in termini di esseri umani, allora la faccenda assuma un
aspetto totalmente diverso.
Una coppia è fatta da 1 + 1 individui (in
genere maschio e femmina).
Se una coppia produce 3 figli la specie si
riproduce.
Se ne produce 2 la specie resta invariata.
Se ne produce 1 la specie si estinguerà la
generazione seguente.
Se ne produce 0 la specie si estinguerà la
generazione presente.
Se produce un cane la specie si estinguerà
e favorirà la riproduzione di una altra specie.
E’ un ragionamento che non fa una grinza,
alla faccia dell’ aritmetica…
Per fortuna (o per volere di madre Natura)
però, tale progressione appartiene solo alle persone inserite nel cosiddetto
benessere economico.
Il benessere economico è quella cosa alla
quale tutti gli uomini tendono ma che, una volta raggiunta, si autodistrugge.
Questo succede a livello mondiale per due
ragioni:
PRIMA RAGIONE: se su 100 persone 30 lo
raggiungono, significa che lo hanno ottenuto a spese delle altre 70 che muoiono
di fame.
SECONDA RAGIONE: tra quelle 30 persone ce
ne sono 3 talmente acciecate dal benessere che vorrebbero ridurre le 27
benestanti al livello delle 70 moribonde, così da spartirsi tutto il benessere
in 3 (a scapito delle 97 moribonde).
Entrambe queste ragioni portano all’
autodistruzione del benessere economico, che regredisce e livella nuovamente la
ricchezza: in genere ciò avviene sempre a causa di quelle 3 persone acciecate
dal benessere che provocano una generale crisi economica/ambientale cui segue
una rivoluzione (o una o più guerre) oppure una o più pandemie.
In tutti i casi c’è un solo modo per
uscirne: fare figli, cioè fare in modo che 1+1 sia almeno = 3.
Questa faccenda dell’ aritmetica non è una
puerile banalità.
E’ il fondamento della scienza: non
sarebbe percorribile la scienza senza l’ aritmetica, su questo fatto spero
siamo tutti d’ accordo.
La scienza si basa su correlazioni che
diventano leggi fisiche (le cosiddette “formule”): un insieme di correlazioni
tra due fatti portano ad esprimerle come grandezze in una formula, cioè in una
legge che le leghi fra loro.
La forza è legata all’ accelerazione
attraverso la massa…infatti posso scrivere F= m x a e verificare che sia così; non solo, ma
quella legge resterà valida finché scoprirò che quella uguaglianza sarà
soddisfatta.
Nel momento in cui non lo sarà più però,
allora quella legge non varrà più.
Ciò ha permesso e permette la ricerca e il
progredire della tecnologia.
Io so come fare a far sì che un pilastro
resista ad un terremoto, proprio attraverso quella formula (ed altre) che la
scienza mi offre come valide… Ma non saprò mai quale sarà l’ intensità
di un terremoto!
Però in base a quelle formule potrò sempre
dire: “il pilastro resisterà fino ad un terremoto che abbia una intensità che
vale x. Oltre no.”
Questa è la affidabilità della scienza;
piccola, ma consolante.
Si può ben immaginare allora l’ opinione
che io posso avere delle dispute nei salottini televisivi, quando sento parlare
di scienza a proposito dei contagi, delle vaccinazioni, dei rischi, delle
reazioni, delle complicazioni.
La medicina (e tutto quello che ci sta
dietro, come virologia, epidemiologia, ecc…) non è mai stata scienza e mai sarà
scienza.
Non hanno alcun senso affermazioni tipo:
“basta una dose” oppure “occorrono tre dosi”, oppure “l’ immunità di gregge ci
farà uscire”, oppure “il vaccino serve a prevenire”, oppure “dopo tre dosi saremo
certi di non finire in terapia intensiva”.
Non saremo mai certi di nulla perché non
si tratta di scienza e il motivo è semplicissimo: nessuno è in grado di
scrivere e poi provare una formula che accerti che quel farmaco funzionerà allo
stesso modo per tutti.
E' impossibile, proprio perché noi tutti siamo uno diverso
dall’ altro e non solo nelle impronte digitali, ma anche nel nostro corredo
biologico.
I nostri corpi sono frutto di
interconnessioni genetiche molteplici e di esperienze di vita altrettanto varie
e variabili, così da creare individui strettamente un diverso dall’ altro.
Persino due barche strettamente di serie
non sono uguali: già quando escono dal cantiere le pennellate di resina le
differenziano, anche se di poco.
Dopo un anno che sono state varate, avendo
passato esperienze di navigazione (o di non navigazione) diverse, possono
essere state sollecitate in modo talmente vario tra loro da essere diventate
due barche molto diverse.
Tante volte mi sono sentito chiedere:
“cosa ne pensa del Pipp-Large 46?”…oppure “lo Strelher 38 va meglio del
Maleteau 37.2?”
Ecco, non ha senso dare una risposta..
Ammettiamo che nella stessa giornata di 10
anni fa siano usciti dal cantiere e siano stati caricati sul camion due Pipp-Large
46: uno con destinazione Brindisi e uno con destinazione Saint Nazaire.
Il primo chiamato “Porta del Levante”
abbia fatto una crociera di 15 gg a Corfù il primo anno, quindi sia stato fermo
a Brindisi per due anni e poi sia stato usato per i successivi 7 anni per
charter alle Cicladi.
Il secondo chiamato “Enfant Prodige” abbia
stazionato per tre anni sulla Loire facendo solo qualche uscita giornaliera e
poi, doppiata la Bretagne, sia stato traferito a Saint Malo dove se ne sia
stato fermo per altri 7 anni.
Non chiediamoci perché… Le ragioni possono
essere le più svariate: un armatore che pensava di navigare per chissà quante
miglia e che invece si è trovato a dover affrontare la separazione dalla moglie, oppure che
è stato costretto a vendere la barca dopo il fallimento dell’ azienda di cui
era socio, oppure che si è trovato improvvisamente su una sedia a rotelle in
seguito ad un incidente.
Sta di fatto che le storie e le condizioni
ambientali e meteorologiche per “Porta del Levante” e per “Enfant Prodige” dopo
dieci anni si sono rivelate completamente diverse.
Ebbene, saranno due scafi comparabili?
Con le stesse caratteristiche?
Con le stesse prestazioni?
Ancora con la stessa durata?
Sarebbe come dire: prendi due fratelli
gemelli e mandane uno a gestire un bar in Martinica e uno a estrare gas in
Siberia e, dopo quaranta anni, fai loro dei test per vedere se le loro
condizioni psico-fisiche sono ancora le stesse.
Questo paragone non è né assurdo né
esagerato: persino tra due Strelher 38 usciti nello stesso giorno dal cantiere
e portati allo stesso ormeggio, dopo dieci anni vi possono essere delle
differenze notevoli.
Basti pensare al fatto che uno dei due
abbia avuto un armatore che ogni settimana abbia aperto tambucio e osteriggi
facendo entrare aria e sole e assicurandosi che la sentina fosse sempre
asciutta, mentre l’ altro abbia lasciato “pressoché sigillata” la barca non
recandosi quasi mai a bordo…
Per gli arredi e le parti elettriche e
meccaniche è come passare dieci anni in spiaggia in Martinica o nella tundra in
Siberia.
Fodere, imbottiture, cornici, acciai della
cucina, morsetti dei cavi, dadi dei silent-block, guarnizioni delle pompe dei
wc, comandi di invertitore e acceleratore… metteteli tutti per dieci anni al
riparo delle intemperie, ma in un ambiente dove l’ aria possa essere libera di
scorrere oppure metteteli dove sia sempre la stessa e in compagnia di una bacinella di
acqua sempre presente sul pavimento.
Nel primo caso l’ umidità relativa
oscillerà con la temperatura, con le ore, con le stagioni, nel secondo caso
sarà sempre prossima alla saturazione.
Eh, non è proprio la stessa cosa mantenere
in ambienti così diversi gli stessi articoli!
Ma queste cose si sanno…
Si sanno, ma non ci si pensa.
Di tutte le barche che ho visitato in
questi anni, i danni più grossi li ho sempre trovati laddove esse erano state
dimenticate chiuse con dell’ acqua in sentina.
Credo che non ci sia di peggio dell’ acqua
in sentina lasciata lì, senza asciugarla e senza trovarne le cause di ingresso.
L’ acqua ha solo tre possibilità di
entrare in barca:
1. cadendo dal cielo;
2. uscendo da un tubo;
3. entrando dall’ astuccio dell’ asse di trasmissione.
Per scoprirlo basta asciugare perfettamente
con la carta la sentina e poi:
1. stare dentro in barca quando piove forte controllando le
giunzioni tra coperta e scafo, gli osteriggi e gli oblò, il piede dell’ albero;
2. mettere in pressione l’ impianto idrico o quello di
raffreddamento del motore e, aprendo gavoni e stipetti, controllare tutte le
fascette e/o i giunti delle tubature;
3. navigare a motore lasciando qualcuno al timone e controllando
l’ astuccio.
Questo ultimo
caso merita una piccola precisazione: se l’ astuccio è dotato di cuffia tipo
Volvo, non deve gocciolare; se è dotato di baderna e premistoppa deve
gocciolare; in quasto ultimo caso occorrerà quindi asciugare bene la sentina prima di lasciare
incustodita la barca per un lungo periodo.
Mi è capitato
più volte discoprire che la presenza di acqua dolce in sentina non era dovuta
all’ ingresso della pioggia dalla coperta o dall’ albero, ma da una fascetta
lasca nell’ impianto idraulico.
Così come mi
è capitato più volte di scoprire che la presenza di acqua salata in sentina non
era dovuta alla scarsa tenuta dell’ astuccio, ma al gocciolamento dell’
involucro della girante del circuito di raffreddamento.
Insomma,
basta controllare con pazienza dopo aver asciugato bene.
Ecco, se
dovessi consigliare un armatore su quale sia il lavoro manutentivo più
necessario sulla sua barca direi: “assicurati con tutte le tue energie di avere
una sentina asciutta”.
Poi viene
tutto il resto.
Benedetta la
presenza di un ragno in sentina!
Non sarà una
sentina pulita come mia moglie vorrebbe, ma almeno sarà asciutta come vorrei
io!