POVERA VENEZIA !
Se
una città può "incarnare" una situazione, Venezia incarna
perfettamente lo stato di questa attuale civiltà, sia
occidentale che orientale, che ormai da diversi anni è in totale
crollo di valori e che piuttosto di essere sostenuta viene ancor di
più inesorabilmente affossata.
Ciò perchèi l' unico "valore" ammesso e in nome del quale
tutto viene mosso è il denaro, poco, maledetto e subito.
Lo so che mi sono già occupato di
Venezia.
Ne ho parlato nel gennaio 2019 a proposito
di Pellestrina, nel gennaio 2020 a proposito della capacità depurante della
laguna sugli inquinamenti, nel febbraio 2020 a proposito del Mose, nel luglio
2021 a proposito di un panorama (e della stabilità geotecnica), nel settembre
2021 a proposito del Salone Nautico e forse anche in qualche altra occasione
che non ricordo più.
Tuttavia parlare di Venezia è anche
parlare di nautica; Venezia è una delle poche città nel mondo indissolubilmente
legata alla navigazione, nel bene e nel male, come vedremo più avanti…
Oggi vorrei parlarne idraulicamente e
politicamente.
Due parole un po’ pesanti: la prima è l’
applicazione della fisica, la seconda dovrebbe esserlo del buon senso.
Vorrei cominciare con il seguente breve
cenno sulle maree, un po’ tedioso forse, ma necessario per comprendere il
seguito.
Ogni 6 ore l’ onda di marea provoca un
flusso e nelle 6 ore successive un riflusso; per circa una settimana si hanno
due picchi alti e due picchi bassi di elevata ampiezza (maree sigizali), poi
segue una settimana con un picco alto e uno basso di media escursione (maree in
quadratura), e quindi il ciclo si ripete; questo è il risultato della posizione
di sole e luna rispetto alla terra.
A questo si somma l’ azione meteorologica
(varabile e poco prevedibile) della depressione atmosferica e del vento di
scirocco, che nell’ alto Adriatico svolgono la funzione principale.
Inoltre c’è l’ azione dell’ innalzamento
medio del mare dovuto (pare) al surriscaldamento del pianeta e quello della
subsidenza del fondale della laguna dovuto (pare) alle estrazioni di gas.
Tanto per capirci, rispetto al livello
medio del mare registrato alla punta della Salute a Venezia, le maree sigizali
arrivano ad un massimo di + 80 cm, mentre quelle in quadratura arrivano ad un
massimo di + 45 cm.
Il contributo della depressione
atmosferica e del vento di scirocco può arrivare ad incrementare il massimo di
ulteriori + 70 cm (anche oltre).
Il contributo dell’ innalzamento medio del
mare e della subsidenza del fondale della laguna è stato stimato in circa – 27
cm in questi ultimi 30 anni, prova ne è che il livello medio delle oscillazioni
del grafico delle maree è situato circa 30 cm sopra il livello corrispondente a
quota 0.00.
Tutte queste informazioni si riassumono più semplicemente con questi dati di fatto: oggi con una marea di +85 cm il pavimento e dalla basilica di S. Marco va sott’ acqua; nella cripta i mosaici, le basi delle colonne di sostegno dell’ altare superiore e le lastre di rivestimento in marmo sono già da anni abbondantemente corrose dall’ azione del sale.
A +95 cm si allaga piazza San Marco.
Oltre vanno sotto le basi delle colonne di
tutti i monumenti intorno alla piazza.
Oltre ancora va sotto quasi tutta la
città. Finora è successo fino alla quota di +185 cm (ma esistono storicamente
casi di quote ancora superiori).
Detto questo, come è usuale ormai sentir
dire in giro, abbiamo speso circa 600 milioni di euro per il Mose, che però
vien fatto funzionare solo da +110 cm in su.
Il motivo è semplice: a Mose chiuso le
navi non possono entrare ed uscire dalla laguna e il traffico commerciale per
Marghera e quello turistico per la Stazione Marittima è precluso.
I +180 cm rappresentano il limite di
progetto del Mose (quota per la quale non è stato ancora collaudato !)
Il governo (sic!) ha emanato una legge che
impedisce il traffico alle grandi navi sul bacino di S. Marco, dirottandole
così su Fusina e Marghera con ulteriori costi di adeguamento delle attrezzature
portuali industriali e passeggeri….Ma poiché le grandi navi devono entrare ed uscire
comunque dal porto di Malamocco e tutte le altre navi devono comunque entrare
ed uscire dai porti di Lido, Malamocco e Chioggia, il Mose viene fatto
sollevare solo da +110 in su.
Insomma, alla fine la chiesa di S. Marco
va sotto ogni qualvolta la marea supera quota +85, il che succede ormai con
frequenza notevole.
Che fa allora la Curia?
Stanca della situazione commissiona un
mini Mose: una barriera in vetro sulla piazza, posizionata intorno alla chiesa,
che impedisca l’ afflusso della marea da quota +85 a quota +110 (costo previso
4 milioni e mezzo di euro)…Oltre infatti ci dovrebbe pensare il Mose.
Naturalmente l’ acqua entrerà lo stesso
dai condotti fognari (in dialetto gàtoli) così occorrerà azionare anche le
pompe; insomma la basilica sarebbe ridotta al trattamento che qualsiasi
negoziante mette in opera da anni sul suo negozio.
Senza contare che, così agendo, più cresce
il livello dell’ acqua fuori e più il pavimento della basilica sarà soggetto
alla spinta idrostatica dal baso verso l’ alto, come se tutta la basilica
diventasse lo scafo di una grande nave…
Ovviamente la basilica non è stata
progettata per questo.
Allora?
Sembrerebbe che la soluzione sia di alzare
il Mose già da +85 invece che da +110; così però in caso di depressione
atmosferica e burrasca di scirocco prolungata si rischia che la barriera resti
chiusa ininterrottamente anche per qualche giorno di seguito, impedendo
qualsiasi forma di traffico in entrata e uscita dalla laguna e soprattutto
impedendo il ricambio di acqua con la conseguente crisi per la mancata
depurazione dei reflui fognari (vedi articolo gennaio 2020).
Pare che finché ci si limiti a prendere un
antidolorifico quando si ha mal di denti ma senza curare la carie, non se ne venga
fuori… Il male continua e la somma degli antidolorifici aggrava nel tempo la
situazione.
Infatti sarebbe politicamente molto più
saggio trovare la causa e curare quella, no?
Ebbene, quali sono le cause di questo
disastro che è l’ agonia di una città ineguagliabile?
1 Surriscaldamento del pianeta: dato che
non ne vogliamo sapere di risparmiare energia, non ci resterebbe altro da fare
che chiedere i danni ai paesi più industrializzati e che più di tutti hanno
contribuito all’ innalzamento del livello del mare, ma la vedo proprio dura con
i governi debolissimi che ci troviamo ad avere, ricattati come sono nei confronti
dei grandi interessi economici internazionali.
2 Moderazione dei livelli delle acque
alte: qui invece possiamo fare molto.
A meno di fatti meteorologici veramente eccezionali
(che sono sempre capitati nei secoli ma che per fortuna sono ancora molto rari)
nessuno si è mai chiesto quanto tempo impieghi la marea ad occupare tutta la
laguna?
E’ una cosa determinante, perché il
livello massimo di una onda non arriva allo stesso momento in tutti i punti.
Se per esempio io facessi in modo che il
massimo di marea arrivasse a Torcello 6 ore dopo il massimo raggiunto sul mare,
qui (in mare) la marea inizierebbe già a calare…quindi non ne vorrebbe più
sapere di entrare, ma figurativamente anzi vorrebbe uscire.
Già, ma da che cosa dipende questo
rallentamento?
Semplice, lo capisce anche un bambino: l’
acqua cerca sempre la via più facile per spostarsi e se trova una via difficile
ci mette più tempo.
E’ come una ondata di traffico
automobilistico intenso: quante più corsie ha una autostrada, tanto più il
traffico è scorrevole.
Così se le tre bocche di porto (Lido,
Malamocco e Chioggia) fossero a fondale ridotto e con ostacoli (come erano un
tempo) l’ acqua impiegherebbe molto di più a riempire la laguna.
La stessa cosa vale per i canali interni:
più larghi e profondi vengono dragati, e più l’ acqua scorre veloce.
Insomma per dire che gran parte dello
scempio di questa città è proprio dovuto all’ accesso delle grandi navi sia
lungo il canale petroli di Marghera che lungo quello del porto di Lido.
Per tornare al paragone col traffico, dragare
a 12 m di profondità un canale che era in origine di qualche metro equivale a realizzare
un numero enorme di varianti di valico tra Roncobilaccio e Barberino…
Più facilito il flusso dell’ acqua e più
essa ci si tufferà con piacere.
La prova che il sottoscritto non conta
frottole ?
Se vi capita di navigare sul cerchio arancio, date una sbirciata al vostro ecoscandaglio.
Appena dentro alle dighe del porto di
Malamocco, laddove inizia il canale petroli, lo scorrere dell’ acqua di flusso
e riflusso che lì si dirama anche verso est e ovest lungo i canali del litorale
interno di Lido e Pellestrina ha scavato una voragine profonda 45 m !
Nessuna draga lo ha fatto: una buca di 45
m su un fondale lagunare che per natura è di qualche metro (a volte pochi cm) è
stato il risultato del solo movimento dell’ acqua a velocità troppo elevata.
E quindi come fare a rallentare le
correnti di marea?
Semplice: eliminando il Mose e
trasformandolo in una serie di piccoli ingressi e uscite regolabili; in tal
modo si potrebbe anche sfruttare la struttura per produrre energia
idroelettrica.
E le navi?
Assolutamente fuori in mare, con un nuovo
terminal.
La Serenissima ha sempre adottato per i
suoi commerci barche e navi dal fondo piatto, proprio perché aveva a che fare
con un ambente lagunare con poco tirante d’ acqua; i Veneziani di una volta erano
molto più avanti di quelli di oggi !
(Prima che i Veneziani si arrabbino per
questo impietoso giudizio li invito a leggere fino in fondo).
Siamo stati noi con la nostra stupidità a
pretendere di fare entrare ed uscire navi inadatte alla laguna. Ed ora ne
paghiamo il dazio….
Ora mi chiedo (e questa, ahimè, è la cosa
più devastante): continuare a scaricare migliaia di container e centinaia di
migliaia di turisti a Venezia con ogni mezzo consentito, avverrà anche quando
la basilica e un bel po’ di monumenti saranno crollati sotto la corrosione del
sale sulle colonne?
Quale turista verrà a Venezia senza
basilica, campanile e palazzo Ducale?
Veneziani e vari politici associati ci
avete pensato?
Le vostre botteghe a chi venderanno le
piccole e policrome sculture in “Artistic Murano Glass”?
Probabilmente quando avverrà che a San
Marco le sezioni delle colonne andranno oltre le tensioni di rottura, sia in
America che in Cina avranno già ricostruito due Venezie in scala 1:1.
Anche ad Amburgo sarà già nata una nuova
“Fenezia”, magari con i soldi della CE.
Così i turisti andranno lì, laddove le
colonne saranno fabbricate con l’ anima in fibra di carbonio e rivestite in PVC
che imita la pietra d’ Istria.
Buona politica, cari Veneziani, caro
sindaco, caro governatore e cari presidenti di consorzi vari…Vi auguro proprio di
dotarvi di un briciolo di lungimiranza.