Quello che vi racconto questo mese, se avrete la bontà di
leggerlo, è un raccontino di barca come tanti senza alcuna pretesa di stupire o
di raccontare chissaché….Al che qualcuno potrebbe obiettare: “scusa, ma perché
lo scrivi?” La ragione c’è ed è prettamente crocieristica.
Ormai i miei affezionati lettori sanno che da qualche anno
uso lo barca sia a beneficio della famiglia (soprattutto della moglie, dato che
i figli sono diventati grandi ed hanno passioni diverse) che a beneficio di
famiglie di amici con giovani incuriositi dalla navigazione a vela, ma anche a
beneficio degli amici e mio (costituiamo infatti i sedicenti “frocieristi”,
vedi articolo di AGOSTO 2011).
Però “ogni anno passa un anno” e l’ età diventa un fattore
assai determinante sia per il lavoro che per le ferie: ciò che può inizialmente
apparire interessante o divertente può trasformarsi col passare degli anni in
noioso o scontato; è il destino che riguarda tutti noi, sia nelle occupazioni
giornaliere che nei momenti di ristoro.
Così lo starsene diverse ore a bordo per attraversare un
mare e raggiungere una meta (magari con lo scroscio di qualche acquazzone
accompagnato da qualche fulmine) può inizialmente essere avventuroso, ma dopo
alcuni anni già il solo dormire all’ ormeggio col sottofondo di qualche
scricchiolio può risultare assai poco confortevole.
Insomma l’ estate scorsa, complice qualche defezione e
qualche impegno di lavoro, il gruppo frocieristico ha pensato di ritrovarsi non
già all’ inizio dell’ estate, ma verso la fine per una crociera più
“raddolcita”…
MINIFROCIERA A VENEZIA
Cosa significhi “crociera raddolcita” è presto detto.
Attarversare l’ Adriatico settentrionale e il golfo del
Quarnaro con le scadenze definite dagli impegni di tutti non è più diventato
uno scherzo: la tropicalizzazione in atto alle nostre latitudini rende la
realizzazione di quanto detto motivo di continua inquietudine, perché:
Ci sarà un “neverìn” (forte temporale)?
Certo che si scatenerà, ma quando?
E dove?
E con quanta violenza?
E dopo soffierà bora?
E quanto forte?
E per quanti giorni?
Insomma avere tutta l’ estate a disposizione è una cosa
(beati i pensionati !), ridurre invece doverosamente la crociera a una
settimana avendo a che fare con la tropicalizzazione è altra cosa…Inoltre navigare accompagnati
dall’ inquietudine non è buona cosa considerato che ci si vorrebbe rilassare.
Aggiungiamoci poi anche la burocrazia che ogni anno si
diverte a gonfiarsi sempre più: oggi non basta più compilare la lista dell’
equipaggio alla dogana Croata, bisogna farlo ed inviarla anche ai Carabinieri
in Italia…Come? Dove? Quando?
Per la verità bisognava già farlo, ma ora che esisterà la
trasmissioni dei dati dalla Croazia in Italia (così ci dicono), la paura dei
controlli e delle conseguenti sanzioni fa applicare questa norma.
Conseguenza di tutto questo (oltre a compilar carte che nessuno
leggerà) è il sorgere degli ironici commenti
degli amici:
“Ma io sono una persona onesta, mica attraverso l’
Adriatico per spacciare droga! ... E
poi chi scrivo nella lista ? Mica so con certezza se Walter
potrà partire con noi il 26 e/o dovrà raggiungerci a
Lussino il 29.... E Schengen, cosa l’
hanno inventato a fare?... Ma Schengen non vale
solo per i paesi della CE ?... Mah, robe da politici !... Ma la Croazia non fa parte della CE ?... Sì,
ma…
E i nostri Carabinieri cosa c’ entrano?... Eh, devono sapere tutto di tutti, è per la
nostra sicurezza !... A parte che la mia
sicurezza è un buon giubbotto salvagente (indossato), non esiste anche una legge
sulla Privacy ? ... Lascia perdere !
Quella ti serve se vai in barca con l’ amante, mica se ci vai con gli amici... Perché gli amici non potrebbero essere i
miei amanti ? ... Ma dài scemo, che adesso con lo smartphone e il
satellite sanno dove sei in un attimo ! ...
Allora a che servono le liste dell’ equipaggio con le carte di indentità
depositate ai Carabinieri in Italia e alla Polizia in Croazia ?”
Scusatemi, mi sono fatto trasportare e sto andando
fuori-tema….
A tutto questo aggiungiamoci poi anche i prezzi: la tassa
di ingresso, le spese ai marina o ai gavitelli, i pasti in trattoria (Konoba),
il tutto furbescamente aumentato ogni anno di una buona percentuale (facciamo
una media del 10%) dai Croati. Insomma, sta di fatto che una notte al gavitello che pochi
anni fa costava 20 Euro ora ne costa 40.
Non parliamo poi della bontà (molto relativa) della cucina e del vino in Croazia…c’è
sì qualche eccezione (molto rara) ma alla fine dappertutto lungo le coste
Croate si mangiano le stesse cose: calamari, salsiccette, orate di allevamento,
insalata di cappuccio e biete con l’ aglio….Per il vino è senza dubbio meglio
dedicarsi alla birra (pivo).
“Vuoi mettere qui in Italia…?”
Eh, già...vuoi mettere qui in Italia ?
Sta di fatto che la scorsa estate la frociera è diventata
una mini-frociera a Venezia: tre giorni (che poi sono diventati due per l’
ennesimo temporale pseudo-tropicale) per gustare la rilassatezza, il navigare a
vela senza alcun problema di orario, la buona (ottima) cucina, e con una
sorpresa iniziale inattesa ma molto avvincente.
Nella narrazione che segue, passo al tempo presente.
Innanzitutto
per andare qualche giorno a Venzia non facciamo alcuna spesa per la
cambusa: niente code, niente carrelli, niente imbarco e niente passamano di scatoloni e stivaggio in barca sotto
il sole…nulla
di nulla; solo qualche pacchetto per la colazione mattutina e qualche
bottiglia
di vino.
Si parte quando ci piace e solo col bel tempo, tanto in tre
ore si arriva al porto di Lido a Venezia e poi (ma guarda che sorpresa !) proprio il giorno in
cui si vorrebbe partire c’è una manifestazione aeronautica a Jesolo Lido: impossibile
perderla.
Quindi decidiamo di uscire dalla darsena di Eraclea Mare, residenza di Siddharta, e di navigare da
bravi turisti fin davanti a Jesolo Lido..
Tutta
vela di bolina e poi ancora solo con la randa durante
l’ esibizione di due pattuglia acrobatiche e di alcuni aerei
militari che, pur non essendo progettati per le acrobazie, ci riescono
lo stesso….Toh, c’ è
anche la pattuglia delle Frecce Tricolori !
Le Frecce sono un autentico esempio di “follia perfetta”
per la quale è giusto essere orgogliosi.
Oltre alle perfette sincronie e geometrie della
squadriglia, il “solsita” si cimenta in tonneau e voli rovesciati fra i
grattacieli di Jesolo Lido evitandoli tutti (e meno male !).
Siamo tutti con la testa in su (meno il sottoscritto al timone
che deve evitare una babele di barche all’ ancora) ma di fatto non si sa dove
guardare perché lo spettacolo è continuo e avvincente.
Ne esce anche un piccolo video - che vi allego - e che
ritengo anche lievemente patriottico, visto lo sventolio conclusivo del tricolore sul
paterazzo....
Peccato essere nati in un Paese così moralmente malandato,
perché i piloti della pattuglia sono professionalmente degli assi
nella loro “lucida follia”.
Dato poi che le previsioni meteo si metteranno al peggio per la
notte (e te pareva !), riteniamo buona cosa non sfidare ancora una volta gli
elementi; così la sera ci rintaniamo in porto, comperiamo delle orate e ce le
gustiamo alla griglia, rinviando la partenza per Venezia il giorno seguente.
Il novo giorno si annuncia con un bel sole e bora
moderata: quindi si parte e si fa tutta vela fino all’ imboccatura di porto di
Lido, quindi una mezz’ oretta di motore fino alla darsena della Certosa,
davanti a Sant’ Elena.
Andiamo alla Certosa perché uno di noi tiene ormeggiata lì
una barca a motore (indispensabile per spostamenti lagunari).
Così, dopo l’ ennesima piccola avaria di questa estate 2017
(in questo caso la rottura di un tubo di una pompa a pedale che ha contribuito
a riempire un po’ la sentina di acqua dolce), l’ indomani ce ne andiamo a
spasso per la Venezia del Sestier di Castello, che è la “Venezia nascosta” al
di fuori degli itinerari classici pieni di giapponesi in fila dietro alla guida
munita di alabarda e/o ombrello.
Venezia “nascosta” per modo di dire perché vi si
trova - nientepopodimenochè - l’ Arsenale, la basilica
di San Pietro di Castello, la scuola Dalmata dei ss. Giorgio e Trifone
(Tintoretto è sempre Tintoretto) e la
chiesa di San Giorgio dei Greci; tutte "piccole cose" che da sole
meriterebbero di passarvi una giornata.
Foto della Scuola Dalmata scaricata dal web (all' interno è proibito fotografare)
Piuttosto
troviamo molto spartani (se non addirittura
malandati) i servizi igienici della darsena della Certosa che,
fregiandosi pomposamente della categoria di “resort”,
rientra nella normativa che prevede la denuncia di
tutti gli ospiti presenti con tanto di presentazione di lista
dell’ equipaggio
e documenti di identità…
Pazzesco !
Non ci si salva dalla burocrazia delle
segnalazioni-presenze nemmeno da Eraclea a Venezia… Mi viene
quasi voglia di
dare un senso a tutto questo controllo degli spostamenti miei e dei
miei amici riempiendo i gavoni
della barca di droga, ma - non essendomi mai dedicato a tale
occupazione e sicuramente non avendone la disponibilità
economica – non so proprio a
quale emporio rivolgermi....
Politici, smettetela con le vostre normative demenziali ! Lasciateci
passare tre giorni di ferie in pace per favore !
Infine la sera, a bordo di “Malafemmena”, navighiamo tutti fino
a Mazzorbo per cenare alla “Trattoria alla Maddalena” dove, appena tramontato
il sole e quindi terminato l’ assalto delle zanzare, si assaporano molto
volentieri quei piatti di pesce e vini che ben conosciamo (e che nessuno ma
proprio nessuno al mondo fa meglio di noi).
Particolarmente degno di nota durante la serata il raboso
rosato fresco e frizzantino, che è veramente una delizia degli Dei…
Considerando 'sta faccenda del ben mangiare e del ben bere, alla fine si tratta semplicemente di
fusione di secoli di alchimie, di mari, di orti, di campi, che hanno prodotto
in questa terra d’ Italia una cultura dell’ alimentazione assolutamente al di
sopra di tutte le altre e ben al di sopra (consentitemi) non solo di quella
croata, ma anche della Costituzione, del Colosseo e delle Frecce Tricolori.
Un tripudio storico di saggezza di lavorazioni, di sapori e di
professionalità che nessuno riuscirà mai ad
eguagliare...Unico neo, non imputabile alla trattoria, avere come
vicini
di tavolo una piccola comitiva mista Italo-Tedesca che per tutta la
sera si
pavoneggia nella sua esclusività fatta di Swan, Match-Race,
fibre di carbonio e
tante altre amenità del genere.
Per fortuna, a cena ultimata, torniamo noi e solo noi a
bordo di “Malafemmena” che, al rombo sordo del vecchio Fiat Aifo, percorre la
rotta inversa tra i canali e ci fa scoprire la laguna veneta in notturna: una atmosfera quasi misteriosa tra
briccole, luci, fanali, mede, dame, sagome furtive di isole e edifici
fatiscenti, contorni di ex fornaci del vetro e chiome di alberi ci avvolge e ci porta infine
alla Certosa e quindi a bordo di Siddharta per dormire.
Il giorno dopo, sotto un magnifico sole e senza alcuna
fretta di dover partire a una data ora per percorrere tante miglia, riprendiamo
la bocca di porto di Lido e ce ne torniamo ad Eraclea mare, sempre e solo
rigorosamente a vela.
Che dire ?
Ecco, come annunciato all’ inizio la conclusione di questa
pagina è molto semplice: tre giorni di libertà, di rilassamento, senza
tappe forzate, senza bruciare gasolio, con la brezza che accarezza le vele,
mangiando bene e bevendo ancor meglio.
Certo in laguna non ci sono le acque cristalline delle baie
croate ((per la verità non tutte proprio cristallline (*))) dove tuffarsi è un
piacere, ma alla nostra età ciò può essere degnamente sostituito dalla vista di
un mosaico dentro una cappella, avendo speso poco e scherzato come al solito molto
tra noi.
(*) Ora però consentitemi questo asterisco.
Nell’ estate del 2015 arrivai a Poreč in Croazia incrociando i resti
galleggianti di un albero poche miglia prima dell’ atterraggio; trovai giusto
informarne il personale della Capitaneria di Porto locale che mi rispose
seccamente “E’ roba che viene da voi!”.
Non ribattei, ma la corrente del mare Adriatico sale dal
canale di Otranto, lambisce l’ Albania, il Montenegro, la Dalmazia, aggira il
golfo di Trieste e Venezia e scende a sud lungo la Romagna, le Marche e l’
Abruzzo; oltre a questo la Bora (quando soffia) tende ad allontanare i relitti
galleggianti dalla Croazia depositandoli sulla costa italiana. Impossibile che
si trattasse di un tronco italiano....Trattandosi di un albero, comunque, poco male dal punto di
vista ambientale !.
Ma nell’ estate 2016 portai moglie ed amici a fare una
nuotata su una delle più belle spiagge Dalmate, quella di Juzna Slatina a SE
dell’ isola Olib: per qualche miglio il mare davanti alla spiaggia era un
susseguirsi ininterrotto di cassette di plastica, borsette e bottiglie e polistirolo.
Tutta roba che non poteva nel modo più assoluto arrivare
dall’ Italia, ma verosimilmente da Zadar o giù di lì.
Cara Croazia, stai attenta !
Continua pure a rialzare i prezzi dei tuoi
servizi, ma devi darti da fare anche con la protezione dell’ ambiente e
subito….
Sennò poi sarai costretta ad abbassarli quei prezzi, ma allora non
verrà più nessuno.