ARTICOLI E CHIACCHIERE COSE TRA NOI
DICEMBRE 2020

Hr BACVICA...    ovvero studiare la carta
Questo è proprio un bell' articoletto!
Chissà quanti tra voi si chiederanno cosa significhi Hr Ba
čvica…

Ancora qualche riga di pazienza e lo scoprirete, non prima però di avervi augurato un Buon Natale...

Vi auguro un Buon Natale che non sia quel che è, cioè un augurio pieno zeppo di pestaggi, violenza, omicidi più o meno preterintenzionali, stupri, accoltellamenti alle donne, defenestrazioni dei figli, scene raccapriccianti di violenze inimmaginabili nei film, nei social, nei telefonini dei nostri giovani, nei trailer, nei videogiochi, persone schiacciate, teste mozzate, busti disintegrati, sgozzature sommarie per strada e nelle chiese.  E poi ancora che non sia scoperture di fosse comuni, di teschi e tibie lasciate marcire da qualche dittatore travestito da democratico presidente, di teschi e tibie interrate perché infettate da un virus che si poteva benissimo non ignorare.  E poi ancora che non sia chilometri quadrati di foreste incendiate, chilometri cubi di ghiacciai squagliati, città rivierasche sommerse (e relative difese a mare collaudate?), priorità al guadagno piuttosto che alla salute, come se da moribondi incapaci di respirare si pensasse ancora comperare un suv nuovo.  E poi ancora che non sia dilagante ipocrisia politica delle autonomie regionali che pretendono di essere governate senza prendersi responsabilità alcuna, ma nello stesso tempo contestando di non essre abbastanza autonome…  E potrei andare avanti molto di più....La realtà supera sempre più la fantasia.
Quel che posso fare nella mia ingenuità è comunque augurarvi un Buon Natale, mascherato, precauzionato, isolato, ma BUONO, senza propaganda sulla vostra mascherina sbandierata come fosse un manifesto pubblicitario di appartenenza a una qualche setta o inneggiante a qualche deficiente pieno di complessi.  Gesù non è nato in una torre vetrata e tutto faceva meno che pensare a se stesso.

La motivazione a scrivere questo articolo mi è venuta da un episodio casalingo che ho vissuto la scorsa estate.


I protagonisti sono un mio cliente (che stimo molto e che praticamente si è trasformato in un amico) e il sottoscritto.
L’ episodio è “casalingo” perché è stato da me vissuto standomene a casa, ma è soprattutto nautico perché il mio cliente invece  navigava.
Devo fare una breve premessa.
Circa un anno fa Maurizio che già ho citato nelle pagine di questo sito compera una barca a vela a La Spezia per la quale fornisco la mia opera di perito in una giornata piovosissima come solo il Libeccio sa fare in Liguria.
Con qualche ulteriore peripezia causata da un broker del posto sedicente professionista in tutto ma in realtà assai poco professionale (e su questo è meglio stendere un velo pietoso) l’ acquisto va in porto e il mio cliente decide di portare la barca in nord Adriatico con le ferie estive del 2020 (praticamente tra la curva contagiosa di primavera e quella di autunno).
Murizio partequindi da quel lembo estremo di Liguria che è già quasi Toscana, scende il Tirreno, aggira la Calabria, risale la Puglia e, al Gargano come ha previsto, traversa e arriva in Croazia a Lastovo.
Lo seguo da casa, col meteo e con i consigli che mi sento di dargli.
Giunto a Hvar, pensa bene di fare tappa a Zirje e quindi di arrivare alle Kornati e a Zut.
A quei paraggi ho dedicato alcuni articoli nel 2009, così mi sento in dovere di sottolineargli coi messaggini telefonici i pericoli consistenti in due scogli semisommersi e privi di segnalamento che sono: lo scoglio Ba
čvica, esattamente sulla rotta tra Zirje e Kurba Vela (la più meridionale delle Kornati il cui nome significa letteralmente Puttana Grande) e lo scoglio Kalafatin (dal nome sinistramente premonitore per chi sa qualcosa di carpenteria navale) esattamente all’ ingresso del canale tra l’ isola di Kornat e quella di Zut.
Considerata la rotta che il mio cliente intende seguire lo metto molto in guardia su “Hr Ba
čvica”,  come risulta scritto sulla mia vecchia carta nautica.
Hr è l’ abbreviazione croata per “hrid” che significa “roccia”...vedi immagine sotto!

NON LO TROVATE EH?  ALLORA GUARDATE SOTTO, 
DOVE HO TRACCIATO LA ROTTA IN AZZURRO E HO EVIDENZIATO LO SCOGLIO IN ROSSO

Lui lo cerca sul suo “navigatore” di ultima generazione, ma non trova nulla.
Gli chiedo se a bordo abbia la carta nautica della zona e lo invito a lasciar perdere l’ elettronica.
“Grazie ce l’ho”, mi messaggia dalla barca, “ma sono abituato col navigatore”.
Al che mi viene spontaneo dirgli “cambia abitudini!”
Lui esegue e finalmente sulla carta trova segnalato lo scoglio.
Così non solo mi ringrazia, ma il giorno seguente ci passa accanto e lo fotografa.
Col mare calmo lo scoglio Ba
čvica fa bella mostra di se’…ma con un po’ di onda o di notte lo scoglio è del tutto invisibile.

BELLO EH?

Così mi viene spontaneo pensare le seguenti cose:
1.    
gli editori delle carte elettroniche, dei navigatori, delle varie App scrivono che “lo strumento elettronico non può sostituire la carta nautica”, così si tolgono ogni responsabilità;
2.    
lo skipper tuttavia è tenuto a dotare il suo tavolo da carteggio delle carte nautiche della zona dove intende navigare;
3.    
lo skipper inoltre è tenuto a consultare dette carte, o meglio a “studiarle”.
Ma quanti naviganti diportisti lo fanno?
Studiare la carta nautica (che a bordo ci deve essere) significa ogni giorno tracciarvi la rotta con la matita e memorizzare con attenzione tutto quello che c’è intorno (e sotto).
Intorno serve per avere i riferimenti durante la navigazione (al che il GPS non serve più).
Sotto per sapere se si va incontro a guai o no.
Ma “intorno” significa anche essere preparati se si deve fare un cambio di rotta durante la navigazione prevista, a causa di un imprevisto.
Se invece di andare a Portobellissimo dove vorrei, dovessi riparare a Torre Cuccurumero quali altri riferimenti dovrei vedere e quali altri pericoli potrei incontrare?
Oltre a ciò esiste anche un altro “pericolo” che non è oggettivo, ma soggettivo: vale a dire la superficialità dello skipper nel leggere...
Senza sprecare ulteriori parole vi porto un esempio.

Le immagini che seguono sono quelle di una notissima App che potete scaricare; volutamente vi ho tracciato in blu la rotta di cui sopra, tra Zirje e Kurba Vela.
Fate atttenzione e guardate come nella prima immagine ed anche nella successiva zummata lo scoglio Ba
čvica non sia visibile.

Occorre infatti zummare ancora, ed ecco che lo scoglio appare!

Ma se lo skipper non zumma?
Vi ricordo che le carte nautiche non hanno le zummate: gli scogli e le secche o sono segnalati o non ci sono.
Le App invece per essere utili hanno bisogno delle zummate…
Ma bisogna zummare, perbacco!
Ecco, non è che - carta o App - stiamo perdendo questa “arte” che in definitiva significa “sicurezza”?
So che di queste cose mi sono già occupato, ma ditemi francamente: 

se il Plotter GFC 6500 con la extra-luminosità e lo schermo da 35 pollici (che è interfacciato anche col vostro forno di bordo per farvi trovare pronta una pizza) e che vi è costato 2600 Euro più altre 150 perché non siete stati in grado di collegarlo (e avete dovuto chiamare il tecnico che è dovuto venire apposta da Sclopatti a Mare) se questo dannato Plotter non vi segnala sullo schermo lo scoglietto Bačvica e ci finite sopra perdendo la barca, vi pare di avere fatto una cosa sensata?

E quanti Bačvica (cioè cime di montagnette di pietra vulcaniche o calcaree che arrivano appena a lambire la superficie del mare e che non hanno nessun segnale sopra) esistono in giro per i mari dove navigate?
Pochi sì, direte, è vero…Ma ne basta uno solo!
Quindi prima studiamo sempre la carta e poi, casomai, usiamo la App (zummando quanto vogliamo).

 Ora permettetemi di fare un po' di pubblicità travestita da omaggio natalizio...
Avete problemi di sovrappeso e/o di esami clinici con i parametri sballati?
Provate questo metodo naturalissimo; se non funzionasse non mi permetterei mai di consigliarlo.
La persona che vi risponderà, se avrete l' intenzione di interpellarla, è mia figlia.




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